Impianti e martinesità: lettera aperta di uno “sportivo affranto”

La lettera che segue ci è giunta in redazione in forma anonima, ma decidiamo di pubblicarla comunque perché tocca da vicino temi delicati e già discussi, quali la mancanza di impianti sportivi adeguati in città e la martinesità del settore giovanile del Martina, a partire da tecnici e dirigenti, per finire ai campi di gioco che ospitano le partite interne. L’affiliazione voluta dal presidente Muschio con le scuole calcio martinesi non è riuscita a sopire un certo malcontento attorno alla gestione della cantera biancoazzurra.  L’abbandono della guida degli allievi nazionali da parte del tecnico martinese Ambrogio Lella è solo l’ultimo capitolo della querelle.

Di seguito il testo integrale della lettera:

Salve, con questa mia “lettera aperta” al vostro sito volevo portare in evidenza una situazione particolare che si sta vivendo nella nostra cittadina.
Con la promozione in Lega Pro della nostra squadra è ritornato il cosiddetto calcio professionistico e con esso è nato un “nuovo” settore giovanile che doveva avvicinare i nostri giovani figli e gli appassionati tutti verso questa disciplina, con l’intento di promuovere una realtà  locale. Con questo voglio, innanzitutto,  sottolineare che questo mio piccolo sfogo non vuole essere un segno di forte campanilismo ma una semplice esternazione di quello che si sta vivendo…. e cioè che il settore giovanile del Martina Franca in realtà è seguito esclusivamente dai pochi genitori e/o familiari degli atleti. Questo francamente lo attribuisco allo sconfortante problema degli impianti, che porta i nostri ragazzi a giocare anche le partite casalinghe lontani dal nostro paese.
Mi dispiace sottolineare che oramai si fanno allenamenti, partite, amichevoli e quant’altro in paesi che del nostro calcio non hanno neanche la passione, con allenatori, giocatori e tifosi non Martinesi… non dico che ci debba essere un’esclusiva in quanto l’inserimento di giovani talentuosi e professionisti di altri paesi limitrofi devono essere anzi un possibile arricchimento, però non poter seguire la propria squadra che gioca nelle mura amiche… mi lascia un po’ di amaro in bocca.
Ripeto questa mia esternazione vuole essere una sensibilizzazione, o meglio come una letterina a babbo natale, per i dirigenti, le autorità cittadine e di tutti noi appassionati e tifosi a volerci riappropriare almeno del significato GIOCARE IN CASA. Auguro a tutti i voi un buon Natale e felice anno nuovo.

Come riportato nei giorni scorsi, sulla questione campi da gioco qualcosa di importante si sta già muovendo sia in via Fighera che a Palazzo Ducale, come dimostra la venuta del direttore generale della LegaPro Ghirelli, per lanciare l’iter per la riqualificazione dell’area dello stadio Pergolo. Restiamo a disposizione per qualsiasi eventuale replica, purchè nei toni e modi opportuni.

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