Bitetto e una sconfitta che quadra il cerchio

Luigi Rana, primo goal con la maglia del Martina

Ci risiamo. Il Martina scende in campo al minuto 45 (anzi 50) della partita, gioca bene, fa goal, ma non vince la partita. Purtroppo gli avversari ne avevano già fatti due nei primi 45 minuti (anzi 50) e a conti fatti fa 2 a 1 per loro. Sconfitta. La prima di Bitetto da quando è sulla panchina biancoazzurra. La più ricca di significati e di spunti di riflessione. La più carica di promesse delle 8 subite in campionato.

Il secondo tempo giocato con intensità fino alla fine dice innanzitutto che il Martina è in salute, almeno dal punto di vista atletico. Lo confermano le occasioni da goal avute nei minuti finali contro L’Aquila e Hinterreggio.

Eccezion fatta per alcuni elementi, come Marsili e Anaclerio: il primo è visibilmente stanco, dopo aver giocato 25 partite intere su 27 totali. Il secondo non è più in grado di giocare a ritmi alti. Troppo poco il delizioso assist offerto ieri a Rana nel primo tempo per raggiungere la sufficienza, non conseguita nemmeno contro L’Aquila e Fondi. Il suo erede naturale il Martina ce l’ha in casa e quando è entrato ha fatto bene: ha piedi buoni, ottimo tiro da fuori, 10 anni in meno del barese e la fame di chi deve ancora dimostrare tutto. Domanda: perché Provenzano non gioca mai dall’inizio?

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Questione di scelte. Come quelle, azzeccate, che hanno portato il tecnico a rimettere la gara sul binario giusto, correggendo quelle iniziali, sbagliate. Contro Chieti, Melfi, Fondi e L’Aquila Bitetto ha dato alla squadra più vitalità in avanti nella ripresa, inserendo di volta in volta i vari Ancora, Rana, Scarsella e Provenzano. Risultato: con più freschezza e più qualità il Martina gioca meglio.

L’elogio degli esclusi è facile e moralmente poco corretto. Ma lo sarebbe anche non constatare che se il Martina regala il primo tempo agli avversari non è solamente un problema di approccio alla gara, ma anche di scelte. Tecniche e tattiche.

Mister Bitetto

Va dato atto a Bitetto di aver preso in corsa il timone di una nave che viaggiava dritta verso gli scogli. Ne ha mutato la direzione avendo a disposizione pochissimo tempo per conoscerla; senza un pre-campionato a disposizione per  trovare l’assetto giusto, dove si può sbagliare senza conseguenze. Il secondo tempo di Reggio è carico di promesse perché lascia pensare che Bitetto, errore dopo errore, sia finalmente vicino alla quadratura del cerchio.

Lasciare Gambuzza (ieri altro giallo e altra squalifica) in panchina è stata una scelta coraggiosa, che si discosta da quella, meno audace, di affidarsi troppo spesso a senatori e vecchia guardia. Ragioni di affidabilità, sostiene il coach. Alcune delle quali già smentite dall’evidenza dei fatti.

Il vero azzardo ora sarebbe non prenderne atto.

Psicodrammi cittadini a parte, la salvezza non è lontana. Per raggiungerla in tranquillità il Martina ha però bisogno dei suoi uomini migliori. E del coraggio di chi è chiamato a sceglierli.

Mauro Mari

 

 

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