Stessa scena. Stadi diversi, 800 km di distanza. Mentre gli altri festeggiano, le nostre mani si strappano l’una con l’altra foglietti con su calendari e ipotetiche classifiche. Diventiamo quasi siamesi nel guardare gli ultimi risultati su smart phone e pc. Il finale è lo stesso di una domenica fa: la zona nera si avvicina. Tutto rimandato alla prossima giornata.
Ci attardiamo in tribuna tra conti azzardati e ipotetici finali; quando arriviamo in sala-
stampa dei tesserati dell’As Martina non v’è traccia. Ci assicurano i colleghi toscani che nessuno di loro è passato di lì mentre noi facevano a capocciate per capire la situazione. Dopo qualche minuto di attesa decidiamo di andare noi “alla Mecca”. Il pullman è in partenza, o meglio i pullman. Quello del Martina è pieno di facce poco disposte alla parola. C’è chi sale con lo sguardo perso nel vuoto. C’è chi è già salito e indossa già le cuffiette. Più avanti quello dei padroni di casa, scoperchiato, con i giocatori in cima che ballano con le bandiere granata in mano, attesi là fuori dai tifosi in delirio. Cerchiamo con lo sguardo Messi, ma non lo troviamo. Rinsaviamo: siamo al “Mannucci” di Pontedera, mica al Camp Nou di Barcellona. Lì su ci sono Grassi e Carfora, ma in campo hanno fatto comunque quello che gli pareva.
L’immagine è spietata. Fossero colori si direbbe “è un cazzotto ad un occhio”.
Gli addetti alla sicurezza decidono di dare l’onore delle armi al Martina e di farlo uscire per primo. Riusciamo solo a scambiare qualche parola con Gambuzza, che con molta misura si dice incazzatissimo. Cerchiamo di capire con chi, e lui: “dirò tutto a fine anno”, ma lascia intendere che l’umiliazione subita nel secondo tempo non ha fatto piacere nemmeno a lui.
Poco più in là mister Bitetto ci concede una dichiarazione al volo, prima di salire sul mezzo già in movimento: “Abbiamo avuto un crollo dopo il rigore sbagliato. Nel secondo tempo non siamo scesi in campo. Domenica non basta il pareggio”.
“E’ quasi fatta” avevamo detto dopo la vittoria di Arzano, certi che un punticino-tranquillità tra Salernitana e Pontedera ci sarebbe scappato, sulla base di quanto visto in quella partita e nelle giornate precedenti. E invece il Martina è riuscito rigettarsi nella zona si salvi chi può con due prestazioni scellerate, figlie forse della presunzione di aver già raggiunto l’obbiettivo, che cancellano i seppur piccoli progressi fatti fino a quel momento sul piano del gioco e dell’attenzione.
No il pareggio non basta. Ma la classifica non c’entra. E’ un fatto di dignità. Battere il Borgo a Buggiano al “Tursi” non è un’impresa, ma è cosa assolutamente nelle corde di questa squadra. E poi, è bene ricordarlo, la vittoria in casa manca dal 18 novembre 2012.
Il pareggio non basta perché i tifosi del Martina non meritano l’umiliazione di stare per 90 minuti con l’orecchio alla radiolina a sentire cosa fa il Foligno a Poggibonsi (!). Si badi bene: parliamo dei tifosi veri, non quelli che ieri tra un carosello e l’altro ribadivano che era giusto fischiare quando il Martina era secondo.
Una vittoria, e poi il silenzio. Le uniche parole che ci piacerebbe sentire sono quelle della società in sala-stampa ad ammettere gli errori commessi quest’anno. Niente scuse. Sbagliare è umano e una società che tra tante difficoltà riesce a mantenere una squadra di provincia in C2 non deve scusarsi. Va solo ringraziata.
Perchè l’unica cosa che conta ora è che il prossimo anno il Martina sarà ancora nel professionismo. Malgrado tutto.
Mauro Mari