Mi scusi presidente

Il presidente Muschio Schiavone

Per capire le ragioni della virtuale decisione dei vertici dell’As Martina di rimettere il titolo nelle mani del sindaco occorre definire la cornice entro la quale si muovono certi meccanismi. A cominciare da una funzione molto semplice: imprenditoria-politica-sport. Attraverso questa triangolazione di interessi il calcio, sport nazional-popolare per eccellenza, riesce ad essere anche la quarta industria del Paese. Basti pensare ad esempio alla legge sugli
stadi di proprietà richiesta a gran voce dai club maggiori, che con buona pace del Colosseo,  porta a considerare vetusti impianti costruiti appena vent’anni fa. O ancora alla tessera del tifoso, che di fatto non ha risolto il problema della violenza, ma ha moltiplicato gli abbonamenti alle pay-tv.

A Martina Franca non funziona diversamente. Anzi il concetto si rafforza di fronte ad una scadenza e ad un progetto. La prima è il 30 giugno, data ultima per l’approvazione del bilancio preventivo 2013, documento che contiene le voci di spesa comunali per l’anno in corso. Esattamente il giorno dopo, il primo luglio, scadrà il termine per l’As Martina per iscriversi al prossimo campionato di Lega Pro; entro quella data il Comune dovrà apportare i necessari interventi al “Tursi”, i cui costi andranno coperti proprio dal suddetto bilancio.

Il secondo è più che un progetto una volontà: quella di costruire lo stadio al Pergolo e fare del “Tursi” un’area mercatale. Utilizzando i fondi messi a disposizione dal credito sportivo, e strumenti attualissimi dai nomi criptici, come project financing, perequazione e rigenerazione urbana. Un’idea che stuzzica tutti e tre i componenti del triangolo, almeno nelle intenzioni, e che potrebbe attrarre grossi capitali nella capitale itriana (vedi Matarrese).

Il “rimettere virtualmente il titolo sulla scrivania del sindaco” potrebbe rivelarsi un gesto eclatante, un comprensibile atto dimostrativo volto a richiamare l’attenzione sulla prima società di calcio cittadina che rischia di scomparire a causa della crisi economica. In realtà il titolo sulla sua scrivania Ancona non lo ha visto. Ancora, e per fortuna del Martina aggiungiamo noi. E non potrebbe essere altrimenti dal momento che se così fosse, a trattare la cessione del Martina sarebbe proprio il primo cittadino, e non gli attuali amministratori del club. Ma le conferme sul dialogo con la Block Shaft avviato per tempo dalla società; il disimpegno della Due Esse dalla pallacanestro e l’ultimissimo interessamento di una cordata lombarda sostenuta da un’importante azienda di depurazioni (il primo incontro tra le parti avverrà a breve) fanno sperare che i vertici di via Fighera abbiano ancora interesse e voglia di mantenere il controllo del club.

Le esternazioni del presidente Muschio di domenica sera hanno un che di molto arguto ed anche molto calibrato nella scelta dei tempi. Peccato solo per lo scivolone su alcune piccole questioni a latere. Come ad esempio, la lectio magistralis sul ruolo del giornalista tifoso, che non dovrebbe riportare notizie come l’audizione della Procura federale ad alcuni soci del Martina (e perchè mai?). O la gaffe sull’assenza di candidati alle ultime elezioni tra le fila dell’attuale proprietà.

Altre meno evidenti, come il lamentare la mancanza di contributi economici da parte di Palazzo Ducale all’As Martina. In realtà il Martina non versa un euro per l’utilizzo dello stadio “Tursi”, a differenza di tutte le altre società sportive della città che utilizzano impianti comunali. Non solo: il Comune nell’ultima stagione ha speso ben 61 mila euro di interventi al Comunale, soldi che dalle parti di Piazza Roma avrebbero risparmiato molto volentieri.

Il preludio di quanto sarebbe poi avvenuto in sala stampa, è cominciato a 20 minuti dalla fine della partita, quando il presidente da vero lider maximo ha infiammato la folla da bordo campo invitando di persona la squadra ad attaccare. Apprezzabile il vigore, un po’ meno la tempestività, visto il rendimento della compagine nelle 33 giornate precedenti.

Strategie comunicative a parte, si può essere ragionevolmente tranquilli sul futuro calcistico dell’As Martina.

M. M.

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